FB Caracca

Brani - 1° CD

SAMBA: è un “samba d’autore” molto originale. L'autore, Giuliano Lucarini, il mestre della Caracca, si è ispirato ai MONOBLOCO per quanto riguarda le successioni delle parti. Giuliano, per i tamborim invece, è andato a pescare lontano, traendo spunto dalle frasi di Sabar di un bel disco di Doudou n’Diaye Rose. Il risultato è un samba che suona molto africano. Con una curiosità che è quasi una provocazione: è stato tolto il pattern del surdo principale: il marcador; la melodia dei bassi è fatta solo da resposta e centrador (che suona grave).

 

AFROBEAT: o meglio “afrorock”, scritto da Giuliano ispirandosi ad un pezzo degli ACTION 13 (More bread for the people), gruppo nigeriano degli anni ’70, che Giuliano ebbe modo di ascoltare in una compilation intitolata Nigeria Rock Special: Psychedelic Afro-Rock & Fuzz Funk in 1970 Nigeria. E’ il nostro capolavoro di danza e percussioni!

 

MARACATU: la suite de baque virado comprende molti stili tradizionali: martelo, parada, baque das ondas (Portorico), il ritmo originale del gruppo Leao Coroado,  più una base originale creata da Giuliano, tanto per dare uno sviluppo originale a questo repertorio meraviglioso. Lo stacco è della Naçao Portorico, un tormentone che Nanà Vasconcelos ogni anno usa per preparare i Batuqueiros al carnevale di Recife.

 

BAHIA: un pezzo lungo e variopinto, pieno di stili e suggestioni maturate da Giuliano durante il suo primo viaggio in Brasile. Giuliano stesso lo commenta così: "Il primo contatto con Salvador è stato il Samba-reggae, che mi ha guidato verso il centro strorico fino a ballare con vari blocos che regolarmente girano per le strade. Da quell’esperienza ho rivoluzionato la mia didattica, sviluppando un metodo che è assieme danza, canto e percussioni e che rende unica l’energia della CARACCA. All’interno del pezzo, oltre al classico samba-reggae, c’è un arrangiamento di afoxé (ispirato allo storico gruppo “Filhos de Gandhi”), e quello che chiamo samba-ragga, una base più incalzante che offre divertenti possibilità ai percussionisti, che di volta in volta vengono chiamati a improvvisare. Questa base l’ho presa per strada, registrando un piccolo video della Escola Criativa Olodum, un’associazione che educa i giovani alla cultura afrobrasiliana attraverso i canti, le danze e i ritmi dei blocos afro di Salvador. Nel pezzo è presente anche un arrangiamento per banda del ritmo della capoeira, che tradizionalmente è suonato con berimbau, pandeiro e atabaque. Anche qui ho inserito una base totalmente originale, il ritmo “steppers”, che si ispira e prende il nome da uno stile di reggae che mi piaceva tanto quando andavo alle dance hall."

          

Prima parte

          

Seconda parte

 

SUD: omaggio ai ritmi del sud Italia . Tammurriata, Tarantella, Pizzica, tutti arrangiati per batteria brasiliana. La prima base è la classica tammurriata, la seconda base si ispira al canto “coji la rosa” del canzoniere grecanico salentino, la terza base è una pizzica tarantata, ispirata all’arrangiamento originale che Nando Citarella e i Tamburi del Vesuvio propongono con “la tarantella d’a fatica”.

 

PARAPAPONZI: Se l’intento della CARACCA non era ancora chiaro, qui diventa esplicito: non copiamo il Brasile, lo mangiamo e lo digeriamo, lo facciamo diventare nostro. Perciò riusciamo a decantarlo in tutte le forme, specialmente in quelle che ci appartengono, come la musicalità della nostra città. Il Parapaponzi è la sintesi musicale di un sincretismo non ancora compiuto, che un giorno speriamo riempirà d’orgoglio i nuovi romani, gli abitanti di Roma: brasiliani, indiani, africani, rumeni e romani…
La prima base è il classico stornello romanesco, trasformato in “Samba de noantri”, in quanto ha una struttura dell’organico uguale a quella del Samba carioca.
La seconda è una marcia “un po’ coatta” che ricorda il saltarello e che ci piace associare agli anni ’70 (quelli dei film "der Monnezza", per intenderci…)
La terza base è uno swing detto “gatto mammone” o anche “danza dell’uomo sazio”. Perché il romano col tempo si è saziato, il suo bell’ozio è diventato diffidenza, e così ha finito col chiudersi in se stesso, allontanandosi dai suoi stessi compaesani.  Sono gli anni ’80 dei film di serie b, e noi con questa base ne facciamo la colonna sonora,  giocando a fare gli ubriaconi che barcollano, finendo per crollare miseramente a terra. Sembra la fine di un mondo, invece è il nostro inizio…

Cantato

Strumentale